La Vigilia: un Natale da cui ripartire per essere migliori

di Paolo Cavaleri

Il materialismo sembra la ragione di un vuoto dell’essere e mai come a Natale dovremmo farne a meno, perché non è importante quello che c’è sotto l’albero ma con chi vuoi condividere i momenti di gioia .. e si, se i rapporti saranno veri, ogni anno vi sarà Natale
.

Forse è questo il messaggio che il giovane regista Mattia Uggeri suggerisce con il suo cortometraggio “La vigilia”. Classe 1990, toscano di origine e diplomato con lode in Nuove Tecnologie dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara. Qui ha occasione di partecipare alla produzione di Mensur nel 2016.
Nei due anni successivi procede con Sognando e La Fuitina dove si cimenta come sceneggiatore, assistente alla regia e operatore di montaggio fino ad arrivare alla creazione de La vigilia in collaborazione con la Helix Pictures.

LA STORIA

Cortometraggio di una famiglia con marito e moglie separati e riaccoppiati con i rispettivi compagni, una nuova vita sentimentale dunque, ma come prima cosa il benessere dei propri figli … per questo un ritrovo la sera prima di Natale a casa dei nonni.
Breve scorcio di vite italiane con un focus sui rapporti umani: Monica con il fidanzato che si prende cura del padre anziano, Paola che si preoccupa di apparire più bella di lei e adesso sta con il suo ex marito, e lui padre di tre figli. La più grande è Beatrice convivente col fidanzato e la più piccola Alice, bambina che davanti al suo fratello acquisito rivela l’innocenza delle intenzioni e la fragilità dei ritrovi familiari forzati:
-“ Io non ci riesco ”- .
Uggeri mostra legami deboli che alludono a temi forti, i sentimenti rinnovati delle seconde relazioni e le emotività incomprese fra nuove coppie, i pregiudizi delle vecchie generazioni sulle inclinazioni di quelle giovani, le gelosie infondate e la paura di non essere all’altezza delle aspettative da parte degli adulti. E ancora, quella cosa che temiamo di affrontare: la solitudine, non è un caso che apra con l’amico di tale gruppo familiare che solo per il periodo festivo ha compagnie fuori dal comune.
Di seguito le parole del regista:

– “ La vigilia osserva i membri di una famiglia allargata che si preparano a festeggiare tutti insieme il Natale. È una critica all’ipocrisia delle feste natalizie, divenute sempre più esclusivamente un mero consumismo sfrenato. Questo è causato dalla solitudine e l’imperante alienazione dei singoli individui che porta all’aumento delle crisi familiari negli ultimi decenni. Per questo motivo, come provocazione, metto in discussione anche il concetto di coppia, modello di relazione da sempre dominante conforme agli standard sociali passati, ma che attualmente potrebbe risultare superato ” – .

PRODUZIONE

Soggetto ideato e scritto in una settimana e girato in cinque giorni, con un gruppo di giovani e adulti, la maggior parte dei quali sono stati iniziati all’arte della recitazione davanti alla telecamera, mostra intraprendenza di un nuovo regista che mira alla creazione di un esperimento per affinare i prossimi progetti. Di seguito il cast: Sandro Sandri; Ilaria Belli; Gabriella Collaveri; Franco Santini; Serena Bilanceri; Salvatore Candela; Mauro Neri; Cloe Ciaccio; Simone Rubino; Viola Conti; Filippo D’Andrea; Francesco Prete; Luciano Fusaioli; Paola Raffaelli; Arianna Pera; Francesco Caniglia.
Nato per calibrare le energie lavorative del settore, le location sono state le case dei conoscenti, mentre l’audio e il colore in bianco e nero rispecchiano perfettamente il disagioche ottenebra l’animo umano .
Un divertissement alla Pascal ?
Sicuramente un’allusione al mondo delle maschere Pirandelliane.




A due anni dalla sua produzione “ La Vigilia ” rivela attuale la condizione della nostra società:
ognuno fedele al suo protocollo mentale, un semplicemente modus vivendi che ci aliena dall’altro. La pandemia ha amplificato questo status che fa desiderare noi di tornare indietro, in particolare in questo Natale del 2020.
Il soffocamento che subiamo dalla convenzione sociale del consumismo di fine anno, mette in luce il disagio interiore perché abbiamo ereditato delle tradizioni, il problema è che non ricordiamo il perché.
E a noi nati in un mondo di regole già scritte qualche volta seguirle ci vuol solo far essere più estraniati .

Uggeri partendo con il suo primo film in maniera sincera, interrogandosi e provocando allo stesso tempo con i legami che intercorrono fra persone, dà al Natale l’onere di essere uno specchio rivelatore delle nostre fragilità, e nella speranza di poter essere nei prossimi anni più forti auspichiamo ad una maggiore ricerca della nostra identità e ruolo nel nostro tempo.

mattiauggeri@gmail.com



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